#immagine di vita
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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La metafora della vita: un viaggio tra sensazioni, esperienze e riflessioni
Come una metafora ci aiuta a comprendere il senso profondo dell’esistenza attraverso emozioni e connessioni.
Come una metafora ci aiuta a comprendere il senso profondo dell’esistenza attraverso emozioni e connessioni. Una metafora della vita.La vita è come un fiume che scorre, talvolta placido e calmo, altre volte impetuoso e imprevedibile. Ogni curva rappresenta una scelta, ogni tratto calmo una pausa per riflettere, ogni rapida un momento di sfida. Vivere significa navigare, adattarsi al flusso,…
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illsadboy · 1 year ago
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mompracem-it · 3 months ago
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kon-igi · 6 days ago
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LA SCATOLA DEL DOLORE
Non basta essere appassionati di qualcosa per diventare automaticamente dei professionisti specializzati, altrimenti il mondo sarebbe pieno di ginecologi e androloghe e infatti per ciò che riguarda il dolore e la sofferenza io non mi ritengo né esperto né professionista, però dopo tanti anni passati a calpestare questa bella terra in balia di mie e altrui fortune altalenanti, posso perlomeno affermare che in genere, se ne parlo, è perché so di cosa parlo.
Esistono differenti tipi di dolore e altrettante differenze scatenanti ma da che ho memoria ho sempre visto entrare nella mia vecchia casa a Viareggio persone con le lacrime agli occhi e poi uscirne, se non proprio sorridenti, perlomeno più serene.
Il fatto è che nella quasi totalità dei casi si trattava di madri e di padri che avevano perso i propri figli e le proprie figlie, genitori desiderosi di chiedere ai propri cari se Oltre ci fosse ancora sofferenza o invece la pace e la serenità che si auguravano.
Mio papà e mia mamma sono stati per la quasi totalità delle proprie vite Mulder e Scully de'noantri, però al contrario: mia mamma vedeva gli spiriti e ci parlava e mio papà scacciava infastidito i negromanti che conficcavano spille nelle loro bamboline per vendicarsi che gli rubavano il lavoro e pure gratis.
Nessun giovane spirito, però, ha mai parlato ai propri genitori - più grande è il dolore meno possibilità ci sono di attingere alle emanazioni della Cosa Una - invece queste madri e questi padri disperati hanno ritrovato una quiete interiore parlando non di chi è andato oltre ma di chi è rimasto.
Io sono forte con i dolori che conosco e assolutamente impreparato e fragile anche solo a pensare al dolore che non è ma che potrebbe essere. Anzi, che per forza di cose sarà.
Che cos'è, allora, la scatola del dolore?
Si tratta di una serie di espressioni emotive che ho incontrato in questi ultimi anni e che ho voluto fissare in una metafora visiva.
Noi siamo scatole, contenitori viventi delle più variegate emozioni che si agitano ad ogni nostro agire, sbattendo contro il nostro cuore e risuonandoci dentro.
Quando subiamo il lutto di una persona a noi cara, diventiamo contenitori di un'unica emozione, enorme, ingombrante e onnipresente: il dolore.
Immaginate il dolore come una palla rossa che a ogni nostro movimento sbatte contro il cuore e ci rimbomba dentro di sofferenza e disperazione. Apriamo gli occhi al mattino e ZAC! una coltellata al cuore, saliamo in macchina e ZAC!, apriamo la porta di casa ZAC! e così in ogni aspetto della nostra vita.
Poi un giorno succede qualcosa di strano... apri gli occhi al mattino e la coltellata non arriva: la palla rossa del dolore non ha colpito il cuore ma... c'è ancora! Rimbalza ovunque ma non tutti i movimenti la fanno sbattere là dove fa più male.
Ma... la palla del dolore si è forse rimpicciolita?
Non sembra sia più piccola, solo che colpisce meno frequentemente il cuore e col passare del tempo la sua capacità di ferire sembra diventare sempre più rara.
No, non è più piccola... è diventata più grande la scatola.
La persona è cresciuta intorno a quel dolore, lo ha accettato, compreso e lo ha reso più piccolo del posto in cui all'inizio esso sembrava spingere e spadroneggiare.
Non lo ha dimenticato, non lo ha seppellito, non è fuggita ma vi è cresciuta faticosamente intorno, fino a che il suo flebile manifestarsi non si è presentato come una piccola fitta di nostalgia velata di sorriso stanco.
Questo è il dolore, quando troviamo la forza di abbracciarlo e comprenderne le oscure motivazioni, perché oltre la cortina di pioggia del rimpianto e del desiderio di non sentire più, la via prosegue senza fine e i nostri sogni appartengono già al domani.
P.S.
Se il vostro dolore sembra essere troppo grande e la vostra scatola troppo piccola, cercatemi su telegram come kon_igi... magari non parleremo con gli spiriti ma vi posso assicurare che se avrete bisogno, cercherò di arrivare alla prima luce del quinto giorno. Quindi all'alba guardate ad Est! ❤️
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raccontidialiantis · 1 month ago
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A te non posso e non voglio dire di no
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"Tu mi apri sempre, petalo dopo petalo. Come la primavera apre la sua prima rosa." (Edward Estilin)
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Ti chiedevo per favore, con non poco imbarazzo e rossore sulle guance, di lasciarmi in pace. Perché ero e sono una donna sposata. Amavo e amo mio marito e la mia giovane famiglia, ma tu hai insistito da subito. Sorridevi e andavi avanti per la tua opera di seduzione. Tutto già deciso. M’hai confessato che già al colloquio preassunzionale ti eri invaghita di me a prima vista e perciò sei andata avanti a volermi far lavorare con te, a desiderarmi sempre di più e infine a corteggiarmi sfacciatamente ogni volta che eravamo da sole, come un rullo compressore. Femmina egoista e spudorata. Volevi e vuoi soltanto godere di me e del mio corpo giovane. Ti piaccio da morire, col mio scarso seno e la mia totale magrezza. Non ti interessa altro, al momento. Non hai hobby.
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Non sei mai stata sposata e hai sempre e solo perseguito il tuo esclusivo piacere carnale. Dio solo sa quanti cazzi hai fatto venire dentro la tua fica e il tuo culo, quanta sborra hai ingoiato: per egoistico piacere o per averne poi un vantaggio professionale. E quante donne hai fatto cadere innamorate di te a colpi di lingua sul tuo sofà, quanto miele hai prodotto per loro e quanto ne hai ingoiato avida. Da vecchia ed espertissima puttana quale sei, approfitti della mia condizione lavorativa di giovane avvocato e tua collaboratrice da poco assunta nell'affermato studio di cui sei l’unica titolare. E ti fai forte anche del fatto che subisco il tuo innegabile fascino di donna matura, perché sei un avvocato dalla tempra risoluta. Da sempre abituata a esercitare il tuo potere su chiunque, senza alcuno scrupolo e avvezza a vincere.
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Sono stata una facilissima preda, per le tue fauci di sessuomane predatrice, affamata senza alcuna remora di ordine morale. “La morale è un concetto relativo, mia cara: ognuno si fabbrica la sua, secondo opportuna convenienza; il resto è solo l’invidia di chi non può.” Questa è stata la tua prima lezione di vita vera per me, il tuo mantra personale. Sei conscia del fatto che io non posso rischiare che tu mi licenzi e quindi mi sottometto e mi piego al tuo volere. Collaboro e ti riempio di baci e mugolii di piacere a ogni tuo colpo di lingua o mano infilata nella mia fica. Le prime volte fingevo. Poi, già che c'ero, ho iniziato pian piano anche a godere. Tantissimo, devo dire. Anzi: malgrado il rimorso e il senso di colpa, dopo una settimana già non vedevo l'ora che arrivassero le sette di sera, perché in quella mezz'ora restavamo completamente sole nello studio.
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Devo dire onestamente che con te durante il giorno comunque imparo veramente tantissimo: mi stai formando e plasmando a tua immagine. Sei la migliore, oggettivamente. E mi hai già detto che quando andrai in pensione mi passerai lo studio, al prezzo simbolico di un euro. Allora ti prego: inizia e prendimi tutta. Fai di me quello che vuoi. Leccami la passera, sfasciamela e bevimi a volontà. Lecca il mio culo quanto ti pare. O fammi leccare il tuo ogni volta che vuoi, fino a farmi sentire come contrai l’ano per aspirarvi dentro la mia lingua. Catturamela e non lasciarla più. Approfitta di me: guarda che culo e che bellissima fregna di giovane donna sposata a un uomo forte e totalmente ignaro puoi avere a tua completa disposizione: è tua. Adorami. Inculami come vuoi.
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Pretendi che io sia la tua schiava personale e scopami con uno strap-on, con un dildo o con le mani. Infila nel mio culo tonico e scolpito qualsiasi cosa tu voglia, preferibilmente molto grande. Fammi soffrire e muovilo. E fa così che la mia passera si gonfi di piacere per te e che coli il mio nettare prezioso. Tu leccalo, assaporalo inghiottilo: è il mio regalo esclusivo. Solo per te. E poi a tua volta fatti sfondare ciò che conosco bene essere già ampiamente slabbrato e collaudato. Ordinami di leccarti tutta, dai piedi al buco del culo e alla fica. Io eseguirò: maltrattami e strizza i miei seni di giovane mamma. Bevi golosa il latte rubato a mio figlio piccolissimo dai miei capezzoli, ti supplico. Andiamo fino in fondo: fino a entrarci nel cervello l'un l'altra e a sfinirci reciprocamente di piacere.
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Ti scongiuro: iniziamo ad essere amanti ufficiali. Stasera. Ingoia tutto il miele prodotto dal mio inguine di femmina consumata dalla passione per te e godi del mio corpo fresco quanto ti pare, mia anziana, odiata ma viziosa, adorata troia. Ti voglio anch'io tanto, ormai. Baciami la bocca e leccami il collo, succhiami la fica e fatti leccare il culo e la passera a tua volta. Certo: è già tantissimo; ma io voglio ancora di più. Lo so già: presto vorrai anche essere inculata e scopata come si deve da me. E io già adesso adoro succhiare, mordere i tuoi capezzoli e torturare dolcemente le tue grosse mammelle un po’ cadenti. Perdo la ragione, quando tu lo fai ai miei seni appena visibili. Nessuna donna resiste alla voglia di alzare l'asticella, man mano che progredisce l'intimità con un'altra femmina che ci stia e che non veda l’ora anche lei.
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Si parte sempre con un semplice e amichevole bacetto sulla guancia. Poi si passa a un bacio casualmente rubato sulle labbra: l’imbarazzo di entrambe dura poco e cede il passo al turbamento e poi al desiderio dichiarato. Parte la fase dei messaggi roventi e degli scrupoli. Frasi d’amore e passione. Ci si sfiora presto volutamente un seno o il culo, scompaiono i rossori, le esitazioni e iniziano le voglie dichiarate, i baci torridi e le esplorazioni più ardite. Si finisce con l’amarsi nude e totalmente spudorate, per bere reciprocamente il nettare della donna bramata, elisir che penetrerà in gola e disseterà per un po' la voglia. Infine, ci si desidera senza più limiti e si cerca di possedersi l’anima reciprocamente. Con la crescita esponenziale di una gelosia irrazionale e inevitabile.
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Alle sette della sera tu chiudi a chiave la porta del tuo ufficio; per interfono dici alla segretaria che quando avrà finito le ultime cose potrà andare e che finirai la serata lavorativa con me. Quindi le chiedi di non disturbarci più per nessuna ragione da quel momento. Ti spogli e ti sdrai sul sofà; mi ordini di denudarmi. Non vuoi sentire scuse. Mi guardi come una leonessa guarda la sua gazzella quotidiana. Hai l'acquolina in bocca e ti brillano gli occhi, nel vedere il mio corpo perfetto nudo tutto solo per te. E quindi inizia la danza a due. Confesso che sentirmi tuo oggetto di desiderio sessuale un po’ mi lusinga. Ma mi sento ancora leggermente in colpa. Quando mi lecchi, succhi e poi ingoi il mio nettare, un po’ mi spiace, perché so che l'area “erotismo e sesso” sarebbe esclusiva competenza di mio marito. Ma ormai non mi importa più veramente. Amiamoci. Iniziamo questa storia torbida io e te, vecchia troia. Ora sono veramente pronta.
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RDA
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irestantimari · 27 days ago
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Pensavo, in questa sera di fine anno, alla meravigliosa complessità della vita. Pensavo a quanto sia difficile raccontarla. Che siamo fatti delle persone che abbiamo incontrato e che incontreremo. Di quelle che abbiamo perso, di quelle che stimiamo e amiamo e di quelle che nemmeno si accorgono della nostra esistenza. Di quelle che a cui ci affezioniamo, di quelle che dimentichiamo in un nulla, e quelle che salutiamo solo per educazione o circostanza. Siamo fatti di libri e delle storie che ci sono rimaste dentro e che sono diventate parte di noi. Siamo fatti di canzoni e musica, di circo e di balli. Di film e attori, di sport e di campioni. Siamo fatti dell’arte di Velasquez, di Caravaggio, di Klimt, di Rothko, Botticelli, Gauguin, Van Gogh, Monet, Picasso, Vermeer.. Siamo fatti di scuola, di studio e di insegnanti, di lavoro, di viaggi, di paesaggi e di ritorni. Siamo fatti di mare, cielo, nuvole, pioggia e sole. Di sere e mattini e lune calanti. Di madri e padri e figli e nipoti e nonni e amici. Di cene, colazioni, caffè, vino, regali Di eventi politici, tecnologia, religione, proverbi e miti lontani. Di follie quotidiane, di malattie e paure, di cattiverie e violenza e di gesti bellissimi. E poi siamo fatti di sogni, di aspirazioni e fallimenti, di traguardi raggiunti e di quelli mancati per un soffio. Siamo fatti di speranze, di consolazioni, di lacrime e risate. E siamo fatti di tempo, di tempo che passa e di tempo sospeso. E di tempo che verrà.
Tanti auguri allora, per questo nuovo pezzo di vita. Tanti auguri per un anno che porti nuove speranze e meno paure. Un tempo con più dubbi e curiosità e meno certezze. Che faccia guardare e sognare e pensare e provare ancora meraviglia. Tanti auguri per un anno che sia un po’ da raccontare e molto da ascoltare. Perché, per usare le parole di Danny Boodmann T.D. Novecento, “non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. Buon anno.
V. Buccino. (immagine di Janine Niepce)
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thebestofyourgirls · 3 months ago
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immaginate, ragazze, quanto possa essere bello il mondo senza quel ragazzo con cui avete scopato, il perché nemmeno lo sapete: ora non ci trovate un motivo valido, che continua a tornare a scrivermi e vuole disperatamente riportarvi a letto.
e che facciamo noi donne? all’inizio sembra quasi carino, interessato alla nostra vita, e poi dopo una mezz’ora o un’oretta che parlate se ne esce con: “quindi con quanti ragazzi ti vedi?”, “stavo pensando che se vuoi vedermi io sono disponibile”, “hai per caso qualche amica che vuole unirsi a noi?”.
e allora io vi dico, siamo noi ragazze complessate oppure c’è qualcosa in alcuni di voi maschietti che effettivamente non va? ahhaha, spiegatemi vi prego.
che poi, piccolo inciso, se voi chiedete a una donna di fare un ffm penso 1 su 5 vi dice va bene ci pensiamo. le altre 3 su 5 non lo disprezzano ma lo rifiutano subito. ma sapete perché? non siete capaci di valorizzarci, siamo solo dei buchi o cosa? spiegatemelo.
da piccola adoravo la fantasia ffm, crescendo la sto detestando, ma sapete perché? l’elemento maschile è così egocentrico, la maggior parte dei casi, che di certo non si sofferma sul piacere femminile, oppure lo fa ma, e questo è grave, non sa gestire la situazione 1:1, pensate la sappia gestire 1:2?
non prendiamoci in giro.
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firewalker · 5 months ago
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Loxosceles rufescens
Sì, insomma, il famigerato ragno violino. Siccome non se ne può più di informazioni cretine a riguardo, corredate da foto di animali presi a caso (va a finire che pure gli squali bianchi sono ragni violino), ho deciso di scrivere due righe. Fonte sulla rilevanza medica: il Centro Antiveleni di Pavia.
Salto per gli aracnofobici, che metto un sacco di foto
Cominciamo con il riconoscerlo, e per farlo bisogna sapere due cose: la prima è come è fatto
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(Fonte immagine: wikipedia)
Ha un colore marroncino, l'addome è più scuro e le zampe sono lunghe e carnose. Generalmente si vede con le zampe molto separate tra loro (ci sono ragni che le accoppiano).
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(Fonte immagine: ongaro disinfestazioni)
Nell'immagine qui di sopra possiamo ammirare quello che dà il nome al ragno: il violino. Sul cefalotorace (i ragni non hanno separazione tra testa e torace) c'è una vistosa colorazione più scura, che in molti casi assomiglia a un violino. Inoltre ha sei occhi, non otto. Mi raccomando, il ragno violino non è questo:
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(Fonte immagine: nepentedotnet)
E non è nemmeno un qualsiasi altro ragno peloso, salterino, ciccione o zebrato che potete vedere nelle immagini "divulgative".
L'altra caratteristica per riconoscerlo è la dimensione dell'animale
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(Fonte immagine: Centro Antiveleni di Pavia)
Può arrivare al massimo a meno di 5 cm di grandezza zampe comprese, il corpo non supera 1 cm. È un ragno piccolo!
Inoltre, immagino che tutti conosciate i folcidi
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(Fonte immagine: wikipedia - Pholcidae)
Quei ragni con le zampe lunghe che trovate costantemente su tutti i muri di casa. Ecco, questi ragnetti si mangiano i ragni violino. I ragni violino sono prede dei folcidi. Ma torniamo ai violini.
L. rufescens è uno dei due ragni di rilevanza medica in Italia, l'altro, che io sappia, è la malmignatta
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(Fonte immagine: wikipedia - Latrodectus tredecimguttatus)
Dicevo, torniamo ai violini.
Possono far danni enormi, gravissimi, possono rovinarvi la vita, anche se non risulta essere letale. Ma questo succede con frequenza estremamente rara. Se vieni punto da un ragno violino, hai il diabete, hai problemi di circolazione e sei debilitato, allora è possibile che tu possa vedere quello che si chiama Loxoscelismo sistemico, una malattia necrotica che può farti anche perdere un arto.
In generale, però, si ha rossore e gonfiore.
Quando devo andare in pronto soccorso?
Quando, entro le 48 ore dal morso, si ha una macchia nera in corrispondenza di esso, o se si hanno febbre e debolezza. Allora significa che le cose si stanno aggravando e conviene intervenire.
In caso di morso, comunque, è sempre bene contattare il proprio medico che potrà prescrivere una pomata antibiotica ed eventualmente un antibiotico orale come primissimo intervento.
Ah, ovviamente, fate il richiamo per l'antitetanica.
Finisco dicendo che il rischio è calcolato moltiplicando il pericolo per la frequenza dell'evento.
Dato che la frequenza di morsi di questo ragno, pur essendo molto diffuso, è bassissima (fondamentalmente si fa i fatti sui e non vi morde se non l'andate a raccogliere per farlo giocare ad acchiapparella con voi), e dato che l'evento pericoloso è comunque circa l'1% dei casi di morso, direi che il rischio rappresentato da questo ragno è quasi nullo. Lasciatelo perdere, se ne avete paura allevate folcidi.
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scritti-di-aliantis · 1 month ago
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È un fiore prezioso. Che custodisci gelosamente. Amministri il tuo patrimonio di attrazione femminile con delicata saggezza. Centellini la tua immagine di donna seria. Frega na sega: ti voglio, ti prendo, ti scopo. Ti vengo dentro, precauzioni o no. E tu non vuoi altro, dalla vita. Altro che fiori e tenere, romantiche carezze.
Aliantis
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pier-carlo-universe · 10 days ago
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Donne-moi une fleur: La poesia dell'anima di Rosetta Sacchi. Recensione di Alessandria today
Rosetta Sacchi ci regala una lirica di rara bellezza con "Donne-moi une fleur", un componimento che esplora il potere evocativo della natura e la complessità dell'animo umano.
Un inno poetico alla natura e ai sentimenti umani Rosetta Sacchi ci regala una lirica di rara bellezza con “Donne-moi une fleur”, un componimento che esplora il potere evocativo della natura e la complessità dell’animo umano. La poesia, carica di immagini vivide e simbolismi profondi, è un invito a perdersi nei sentieri emozionali della vita, tra dolori e speranze, in un equilibrio delicato e…
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illsadboy · 9 months ago
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fioredialabastro · 3 months ago
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ℙ𝕚𝕟𝕥𝕖𝕣𝕖𝕤𝕥 𝕎𝕖𝕕𝕕𝕚𝕟𝕘 𝔹𝕠𝕒𝕣𝕕
Come vede Pinterest il tuo matrimonio?Cerca queste sette parole chiave:
Wedding dress, bouquet, bride/groom, wedding cake, shoes, location, rings
E pubblica la prima immagine che compare nella home! 👰🏼‍♀️🤵🏽
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È tutto perfetto e incredibilmente abbinato. L'abito mi ha sorpreso: è interamente in pizzo di seta e se avesse avuto la gonna in duchesse sarebbe stato molto simile a quello di mia mamma; il bouquet è classico, composto da rose, peonie, nebbiolina ed eucalipto, simboli di purezza, prosperità nel matrimonio, protezione; lo sposo, elegante come un gentiluomo d'altri tempi, è tutto da immaginare; lo trovo poetico, perché non avendolo ancora incontrato, è come se il sogno lasciasse spazio ad un frammento di realtà, da aggiungere quando sarà il momento. La torta è raffinata; si tratta di una nude cake e giacché non amo i dolci troppo grassi, quella crema di burro solo leggermente accennata mi dà un senso di tranquillità. Le scarpe vintage mi garbano molto, infatti ho anche comprato di recente un paio molto simile, beige e verniciate, da sfoggiare in autunno e in primavera quando l'occasione lo richiederà. Cosa dire poi della suggestiva location e delle splendide fedi nuziali? La prima unisce l'architettura medievale, la natura e l'atmosfera romantica, perfettamente inerenti al mio percorso di studi e alla mia indole; le seconde sono semplici, essenziali, potenti, avvolte dalle foglie d'ulivo, simbolo di rinascita, pace e forza genitrice.
Il matrimonio per me non è una semplice festa, né uno status symbol, o un obiettivo da raggiungere; è una scelta di vita, una vocazione, l'unica forma che si sente affine al proprio essere per amare, nella famiglia e al di fuori di essa. Allora sì, che ne vale la pena e quel giorno sarà davvero importante. Chissà se incontrerò la persona giusta con cui vivere questa magnifica avventura... Se ciò non dovesse accadere, spero tanto di aiutare gli altri ad organizzare un momento così speciale! 🪄
Grazie @hope-now-and-live per avermi coinvolta in questo gioco. 🤍
P.S. È ancora in allestimento, ma se volete approfondire, ecco la mia bacheca Pinterest wedding planning dedicata ai matrimoni che sogno! ✨
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occhietti · 4 months ago
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Vi ricordate "La Ginestra"? Sapevate che Leopardi la scrisse un anno prima di morire?
Questa poesia però non è soltanto una delle più celebri della poesia italiana, ma è la più bella di tutte, perché il messaggio che c’è dietro dà i brividi.
Immaginate di camminare sulle pendici del monte Vesuvio, dappertutto vedete cenere e lava; a un tratto però scorgete un fiore che si erge tra tante rovine.
La ginestra non è come le piante che vediamo spesso nei nostri giardini, ma è un fiore più raro, diverso dai suoi simili: cresce in luoghi solitari, «cosparsi di ceneri infeconde».
È l’unico fiore che riesce a crescere lungo le pendici desolate del Vesuvio. Però questo fiore solitario spande nell’aria un profumo dolcissimo.
Cosa vi sta dicendo Leopardi? Che dalla sofferenza e dalla diversità nasce la bellezza.
Van Gogh fu rinchiuso in manicomio, Alda Merini fu rinchiusa in manicomio, Beethoven diventò sordo, Pascoli perdette il padre da bambino, Dostoevskij venne condannato ai lavori forzati.
Se andate a leggere le biografie dei grandi uomini, vi troverete sempre questa cosa qui: una caduta, un momento di terribile disperazione, un ostacolo talmente grande che sembrava impossibile da superare.
Però proprio in manicomio Van Gogh dipinse alcuni dei suoi quadri più belli, e c’è un motivo se in ogni parte del mondo, le sue opere, a distanza di due secoli, continuano a suscitare emozioni tanto forti. Perché?
Perché ci raccontano la storia di un’anima che resiste e splende anche nelle tenebre.
Anche la Ginestra «resiste», non si arrende.
C’è sofferenza nella vita? Certamente.
Leopardi non vi mente, non vi mente mai. Non indossa la maschera del moralista, non vi vende illusioni, vi parla della ginestra che accetta la vita così com’è, con tutte le sue difficoltà e i suoi ostacoli, ma resta comunque lì, a creare bellezza in mezzo al deserto, a fare qualcosa di bello anche se nessuno dovesse venirlo a sapere.
- Guendalina Middei, da «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera
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libriaco · 2 months ago
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Presto in piedi
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La mattina quando ci si alza dal letto, sebbene si rimanga stupiti di trovarsi ancora in vita, non si è meno meravigliati che tutto sia esattamente come lo si è lasciato la sera innanzi.
T. Landolfi, Dialogo dei massimi sistemi [1939] in: Opere I (1937-1959), Milano, Rizzoli, 1991
Immagine: Roy Lichtenstein, Sunrise (1972)
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stregh · 10 months ago
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Non c'è corda in questa immagine. Questo è scolpito da un unico blocco di marmo.
L'artista ha dedicato 7 anni della sua vita alla scultura.
Si chiama "la liberazione disinganno", opera dello scultore italiano Francesco Queirolo nel 1759.
Forse la più grande prova di pazienza nella storia dell'arte - e non è stato commesso un solo passo sbagliato nel marmo.
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Fonte:
Arte Bellezza Conoscenza
Silvana Ardemagni 
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angelap3 · 5 months ago
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Nel 1978, Bob Marley fece ritorno nella sua città natale dopo aver vissuto e viaggiato per il Regno Unito. Raccontò ai ragazzi del quartiere che lui era Bob Marley e che era cresciuto proprio lì. Tuttavia, i giovani stentavano a credergli, sostenendo che se fosse stato davvero così famoso, non sarebbe mai tornato in un luogo così povero.
Questa immagine è davvero toccante. Conoscere la storia che la accompagna la rende ancora più intensa. È straordinario vedere come una persona, divenuta celebre in tutto il mondo, torni con umiltà alle proprie radici.
Si dice che più Marley guadagnava, più si impegnava ad aiutare i poveri e a lottare per loro. Questo è uno dei motivi per cui Bob Marley continua a essere una fonte di ispirazione per tanti.
La sua storia ci insegna che il vero successo non si misura solo in ricchezza o fama, ma anche nella capacità di rimanere fedeli alle proprie origini e di utilizzare ciò che si ha per migliorare la vita degli altri.
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